NOZIONI DI STORIA ROMANA II - La Repubblica di Roma dalle origini ai Gracchi

 


PERIODO REPUBBLICANO  

Per riguadagnare il proprio potere l'aristocrazia gentilizia romana allontana il dispotico re, Tarquinio il Superbo, (provocando la fine della Monarchia) e instaura la Repubblica. 
Ora, la vita pubblica è sotto il controllo delle famiglie aristocratiche, i patrizi e il potere esecutivo non spetta più al re, ma a due magistrati eletti annualmente (il magistrato è una figura politica eletta dai cittadini). 


Nel periodo repubblicano le magistrature sono costituite da: 
  • Un dittatore, nominato da uno dei consoli in caso di necessità, in carica al massimo sei mesi. Ha poteri straordinari ma non può legiferare, inoltre il dittatore non ha i limiti dei consoli: contro di lui non vale l'appello al popolo e il veto dei tribuni.
  • Due censori, eletti ogni cinque anni, restano in carica diciotto mesi. Stabiliscono l'entità delle imposte, si occupano del censimento della popolazione, di appalti, di opere pubbliche, inoltre preparano la lista dei senatori ed esprimono un giudizio sulla condotta di questi ultimi e dei cittadini.

  • Due consoli, eletti annualmente dai comizi centuriati presieduti dal console o dittatore. Comandano l'esercito, mantengono l'ordine, danno il loro nome all'anno. Hanno entrambi gli stessi poteri, possono opporsi al collega e i cittadini da essi condannati possono appellarsi al popolo. 
  • Fino a otto pretori, eletti annualmente dai comizi centuriati. Emanano gli editti (le leggi) e hanno poteri amministrativi, giudiziari e militari. Si distinguono in: pretore urbano che si occupa di questioni giudiziarie per i romani e pretore peregrino che si occupa di questioni giudiziarie per i peregrini (stranieri).
  • Quattro edili, due curuli (patrizi) e due plebei, eletti annualmente dai comizi tributi presieduti dal console. Hanno compiti amministrativi. 
  • Fino a venti questori, eletti annualmente dai comizi tributi presieduti dal pretore. Forniscono assistenza ai consoli in materia finanziaria. 
  • Fino a dieci tribuni della plebe, eletti annualmente dal concilio della plebe presieduto dal tribuno plebe. Convocano e presiedono le assemblee della plebe e hanno degli importanti poteri: sacrosanctitas (inviolabilità), ius auxilii (diritto di soccorrere un cittadino che si oppone all'azione di un magistrato), ius intercessionis o di veto (potere di bloccare provvedimenti dannosi per la plebe), coercitio (potere di arrestare ogni cittadino e di condurlo al giudizio della plebe). Il loro potere può essere limitato solo dal veto di un altro tribuno. 
Il dittatore, i consoli, i pretori e gli edili curuli sono dotati di IMPERIUM, ossia possiedono il potere di giudicare le cause passibili di pena di morte e il potere militare.

C'è una gerarchia da rispettare, colui che vuole diventare console e quindi che vuole accedere all'ultimo gradino deve partire dal primo percorrendo tutte le magistrature, si tratta del cosiddetto CURSUS HONORUM (corso degli onori, carriera, con lo scopo di evitare ogni indebito accesso al potere).

A fianco alle magistrature ci sono poi, le cariche sacerdotali. 

I cittadini che hanno diritto al voto si raggruppano nelle assemblee, i comitia. Le assemblee hanno il potere di decidere su questioni elettorali, legislative e giudiziarie. In questo periodo, accanto ai comizi curiati, si aggiungono tre assemblee popolari: i comizi centuriati, i comizi tributi e i concilia plebis.

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